I Velvet Revolution, ossia Daniel Erdmann (sax tenore), Théo Ceccaldi (violino) e Jim Hart (vibrafono), sono ormai sulla cresta dell’onda da quasi un decennio: il loro album d’esordio “A Short Moment of Zero G” ha vinto svariati premi, tra cui il prestigioso Echo Jazz Award, mentre il secondo lavoro “Won’t Put No Flag Out” è stato insignito del German Jazz Award. In “Message in a Bubble” Erdmann torna a concentrarsi su un tema cardine del nostro tempo. Stavolta si tratta della solitudine, un problema con cui l’uomo moderno si è misurato prima, durante e dopo la pandemia. La musica non è tuttavia un grido d’aiuto, bensì espressione della speranza che un dialogo sincero e una sensazione di unione e vicinanza siano ancora possibili ai giorni nostri. Non è quindi un caso che nel trio si sia giunti a una totale uguaglianza: Ceccaldi e Hart sono molto più presenti nelle improvvisazioni e sono autori di sei delle nove tracce dell’album. Il trio si apre così al fiorire dell’individualità dei suoi membri, con l’esaltazione dei toni appassionati di Erdmann, della giocosità di Ceccaldi e della complessità della musica contemporanea di Hart.