Il cantautore di Chicago Michael McDermott esce con un doppio album. La musica, come anche l’arte più in generale, è capace di uno spiccato dualismo fra tranquilla introspezione ed energica proclamazione. Quello che per un fotografo sono luci e ombre, per un musicista sono l’approccio acustico e quello elettrico. McDermott, formato da influenze che spaziano da Dylan, Woody Guthrie, Odetta, la musica irlandese tradizionale e Tom Waits agli Stones, gli Who, Van Morrison e gli U2, scrive da sempre pezzi di una varietà anche estrema e spesso l’esigenza di trovare in ciascun album equilibrio e coerenza ha fatto sì che dei brani restassero esclusi. Così stavolta ha deciso di lasciare spazio a entrambe le sue personalità e pubblicare in contemporanea un album acustico più tranquillo, “Lighthouse on the Shore”, e un album elettrico più energico, “East Jesus”. Per ciascuno dei due McDermott ha scritto dieci brani: nel primo, intimo e delicato, ha esplorato emozioni profonde con lieve malinconia e assoluta sincerità, mentre nel secondo, dall’anima più guerriera, si è concentrato soprattutto sull’aspra lotta contro i demoni delle proprie dipendenze e contro quello che dall’esterno minaccia di farci cedere. Due album in 2 CD.