Da casa Caligola presentiamo il nuovo album di Margherita Fava, giovane pianista di talento, ha registrato un lavoro che sa creare una profonda connessione emotiva con l’ascoltatore, miscelando sapientemente l’esperienza di un sassofonista come Gregory Tardy con la freschezza della coppia ritmica formata da Javier Enrique e Michael J Reed, suoi compagni di studi. Nata nel 1995 a Follina (Treviso) in una famiglia di musicisti classici, a dieci anni inizia a studiare pianoforte cui affianca, da adolescente, il basso elettrico, Nel 2013 partecipa quasi per caso ad un seminario estivo organizzato in Italia dalla New School di New York, che la avvicina ad un mondo per lei del tutto nuovo, quello del jazz, ed in particolare a Miles Davis, di cui impara, senza partitura, l’assolo di “So What”. “Quell'esperienza è stata la cosa più esaltante che mi fosse sin lì mai capitata” – confessa la pianista – “e quel giorno ho deciso che cosa avrei fatto per il resto della mia vita”. Il desiderio di approfondire la conoscenza delle radici afroamericane del jazz la portano, grazie ad una borsa di studio, alla Michigan State University, dove si fa notare dal carismatico bassista Rodney Whitaker, che ha poi prodotto questo suo primo disco da leader. Dopo la laurea segue un master alla University of Tennessee; qui studia pianoforte con Eric Reed e composizione con Tardy. Attualmente insegna alla Lee University di Cleveland. “Tatatu” comprende sei composizioni originali a cui si aggiungono un omaggio a Thelonious Monk e la rivisitazione della celebre “All the Things You Are” di Jerome Kern. L’album è una sorta viaggio attraverso paesaggi diversi fra loro, ma legati da un comune denominatore, ovvero uno spiccato gusto per la melodia, sia che si tratti dell’ostinata linea di basso di Resilience che della complessa figura ritmica di A Restless Mind o della sinuosa eleganza di Tidal Waves. Molti sono i modelli cui si ispira Margherita Fava, da Herbie Hancock a Red Garland, da Wayne Shorter a Roy Hargrove, solo per fare qualche nome, ma queste influenze non oscurano mai la sua personalità né la cifra distintiva di questo disco, al cui interno ogni elemento mantiene sempre una componente lirica e cantabile.