A quattordici anni dal debutto discografico come leader, nel 2017 Gerald Cannon è tornato con “Combinations”. Lungi dall’essere rimasto inattivo, Cannon ha nel frattempo collaborato stabilmente con una schiera di grandi artisti del jazz, tra cui Elvin Jones, Roy Hargrove e McCoy Tyner, e perseguito una carriera parallela nel mondo delle arti visive. Supportato da dieci dei suoi più stretti collaboratori, in “Combinations” Cannon dimostra di non lasciarsi imprigionare da alcuna limitazione, esplorando un’infinità di consistenze tonali. In questo album veste i panni di contrabbassista, regalandoci tra l’altro degli splendidi assoli, ma anche di compositore, arrangiatore e produttore. Spiccano, come comprensibile per un artista dalle collaborazioni di altissimo livello, i nomi di alcuni dei musicisti che si alternano nelle undici tracce: oltre a Sherman Irby e Rick Germanson, già presenti nel precedente album di Cannon, prestano i loro strumenti anche Gary Bartz, Steve Slagle, Willie Jones III, Duane Eubanks, Will Calhoun, Kenny Barron, Russell Malone e Jeremy Pelt.