Uscito all’epoca solo come LP (1986), da tempo ormai introvabile, viene finalmente ripubblicato su CD il primo disco da leader del veronese Bruno Marini, allora appena ventiseienne ma già fra i più originali e ispirati specialisti italiani del sax baritono, strumento certamente poco agile, ma che vanta nel jazz un congruo numero di maestri, che vanno da Harry Carney a Gerry Mulligan, da Serge Chaloff a John Surman. Marini, che ha suonato e inciso con la Keptorchestra (con ospiti come Steve Lacy e Joe Lovano), ma anche con Anthony Braxton e Bobby Durham, Han Bennink e John Tchicai, da molti anni ormai alterna questo strumento all’organo Hammond, con cui ha ottenuto apprezzamenti altrettanto lusinghieri, avvicinandosi molto, in questo caso, al blues.
Feat. Marcello Tonolo (piano), Marc Abrams (doublebass) e Valerio Abeni (drums).
Con copertina disegnata da Milo Manara.